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Capitan Cosmo (1990) di Carlo Carlei |
Nel 1990 Carlo Carlei esordisce alla regia girando per la Rai-Tv un medio-metraggio di 45 minuti dal titolo Capitan Cosmo. Il film è importante per due principali motivi. In primis perché fu l'ultima interpretazione dietro la macchina da presa dell'attore Walter Chiari che muore a Milano il 20 dicembre 1991, e poi perché fu la prima opera in assoluto al mondo girata in Alta Definizione.
Il film, ad oggi irreperibile, a quanto pare fu trasmesso solo una volta il 26 marzo 1993 su Rai Tre all'interno della trasmissione Fuori Orario, e vista la scarsità di notizie che si trovano su di esso non se ne conosce molto bene neanche la trama. Per dichiarazione stessa dell'autore (clicca qui per leggere l'intervista su Nocturno) il suo voleva essere un tributo a Capitan Marvel e a tutti i fumetti supereroistici che l'hanno accompagnato da bambino. In linea di massima, da quel poco che si è potuto capire, l'opera parla di tale Dante Nitti un uomo anziano, interpretato da Walter Chiari, ricoverato in un letto di ospedale perché gravemente malato che per sopravvivere si aggrappa al ricordo degli eroi dei fumetti che lo accompagnavano da bambino. Di conseguenza la lotta contro questa sua malattia, nei sogni di Nitti, diventa la lotta di Capitan Cosmo contro i suoi nemici. In merito al suo personaggio Walter Chiari dirà" (Capitan Cosmo) E' l'incarnazione della felicità giovanile, di qualcosa di più grande di cui abbiamo bisogno specialmente nel momento del dolore o del distacco. Può essere Dio, l'amicizia. Oppure soltanto un fumetto. Qualcosa in cui bisogna credere. L'amore no. Perché l'amore si salda con la solitudine. Due mesi fa ho creduto di morire. Per un equivoco. Due gravi ascessi dentari hanno scatenato una endocardite. Ora sto bene. Forse anch'io ho visto i miei fumetti. Ho pensato: Walter non avrai più autunni, inverni, primavere. Non vedrai più tuo figlio, gli amici. E' tutto finito. In quei giorni di diagnosi e sentenze alterne, mi sono sentito improvvisamente un uomo vecchio. E ho pensato soltanto al passato. Il passato era smagliante, ho preso molto dalla vita, ma penso di aver dato anche molto: per anni e anni ho fatto divertire gli italiani. Niente: ero caduto in una depressione, che quella dell'amico Gassman doveva essere uno scherzo" (la Stampa intervista del 26 novembre 1990).